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Cos’è lo stato patrimoniale? 5 suggerimenti per l’interpretazione del balance sheet di una società

Cos’è lo stato patrimoniale? 5 suggerimenti per l’interpretazione del balance sheet di una società

Lo stato patrimoniale illustra la posizione finanziario-patrimoniale della società alla chiusura dell’esercizio.


 
 
 
 
Cos’è lo Stato Patrimoniale

Lo stato patrimoniale indica ciò che la società possiede (attivo) e ciò che deve (passivo) alla data del report.

Lo stato patrimoniale (balance sheet) può essere pensato come una fotografia della società, dal momento che riporta la posizione finanziario/patrimoniale in una dato momento (chiusura dell’esercizio).

Il balance sheet è uno dei report che insieme al conto economico, rendiconto finanziario e nota integrativa, compone il bilancio d’esercizio.

Lo stato patrimoniale è uno dei documenti oggetto dell’analisi del Sieve System di Affari di Borsa per valutare le società quali potenziali obiettivi di investimento.


 
 
 
 
Come è composto lo stato patrimoniale

Lo Stato Patrimoniale si suddivide in attività (assets), passività (liabilities) e patrimonio netto (shareholder’s equity).

Per capirne il motivo analizziamo la natura di queste tre componenti:

  • le attività (riquadro verde) sono costituite da tutti i beni posseduti dalla società e dai suoi crediti (importi dovuti alla società ancora non incassati);
  • le passività (riquadro rosso) sono costituite da tutti i debiti della società;
  • il patrimonio netto (riquadro blu) è costituito dal capitale conferito dai proprietari (o dai soci) in sede di costituzione dell’azienda o durante la vita della stessa con apporti successivi e dall’autofinanziamento.

Si può quindi intuire che il patrimonio netto rappresenta:

  • la differenza tra attività e passività dello stato patrimoniale;
  • da un punto di vista finanziario la fonte iniziale di finanziamento interna cioè il capitale messo a disposizione dai proprietari al momento della costituzione della società;
  • da un punto di vista concreto la teorica ricchezza di competenza dei soci, ricchezza che si ricava dalla teorica vendita dell’attivo dopo aver rimborsato il passivo (i debiti della società). Naturalmente si parla di ricchezza teorica in quanto è molto difficile ricavare le cifre indicate nel bilancio quando si liquida l’attivo e quando si rimborsano i debiti.

Per comprendere meglio ci serviamo dell’esempio del balance sheet di una società che ha generato un + 150% nel Portafoglio di Affari di Borsa, con le relative sezioni distinte per riquadri colorati.
Composizione dello stato patrimoniale di una società


 
 
 
 
Attività stato patrimoniale

Le attività vengono suddivise in 2 sezioni principali:

  • attività correnti (314,362 milioni nel 2019 nel riquadro verde)
  • attività non correnti (110,966 nel 2019 milioni nel riquadro verde)

Quando parliamo di attività correnti facciamo riferimento ai fondi liquidi a disposizione della società come il contante e a tutte le attività destinate a diventare liquide a breve termine.

L’espressione breve termine è usata per indicare un periodo inferiore ai 12 mesi.

Le attività correnti sono spesso denominate anche capitale circolante lordo. Tra le attività correnti troviamo:

  • le rimanenze di magazzino (pari a 97,037 milioni) che rappresentano i beni destinati alla produzione e alla vendita.
  • i crediti commerciali (pari a 92,026 milioni) che rappresentano il diritto a ricevere determinate somme ad una data scadenza principalmente dai propri clienti.
  • i crediti tributari (pari a 12,689 milioni) dello stato patrimoniale che ricomprendono i crediti vantati dall’impresa nei confronti dell’Erario.
  • titoli e disponibilità liquide (rispettivamente 2,217 e 97,031 milioni) che ricomprendono generalmente la cassa, i saldi dei conti correnti, gli assegni, le partecipazioni finanziarie a breve termine o altra liquidità.

Le attività non correnti dello stato patrimoniale a differenza di quelle correnti sono destinate a rimanere nell’impresa nel lungo periodo (oltre i 12 mesi).

Passiamo ora ad analizzarle una ad una:

  • le immobilizzazioni immateriali (pari a 4,834 milioni) sono attività caratterizzate dalla mancanza di tangibilità. Sono, infatti, beni che non hanno una consistenza fisica ma possono avere un valore sostanziale per l’azienda.
    Le immobilizzazioni immateriali manifestano i propri benefici economici lungo un arco temporale di più esercizi (più anni).
  • le immobilizzazioni materiali del balance sheet (pari a 81,813 milioni) sono beni tangibili di uso durevole non destinati alla vendita ma utilizzati per produrre, esporre o trasportare i prodotti dell’azienda e i suoi dipendenti, la cui utilità economica si estende oltre i limiti di un esercizio (12 mesi).
    Le immobilizzazioni materiali includono immobili, impianti, macchinari, attrezzature, terreni, edifici, mobili, automobili e camion.
  • le immobilizzazioni finanziarie sono quella parte dell’attivo patrimoniale di una società che non può essere smobilizzata nell’immediato ma che presuppone tempi medio lunghi, generalmente superiori ai 12 mesi.
    Si parla, infatti, di crediti di natura non commerciale, di mutui attivi, titoli a media lunga scadenza e partecipazioni anche se in teoria possono rientrarvi anche i crediti commerciali, con scadenza superiore all’anno. Un esempio di immobilizzazione finanziaria, che ricorre, peraltro, proprio nel caso della società presa come esempio, è quella delle partecipazioni in società collegate e controllate (2,403 milioni).
  • le attività per imposte anticipate (6,641 milioni) del balance sheet si riferiscono a imposte pagate nell’esercizio, generate da differenze temporanee che anticipano la tassazione. Sotto il profilo civilistico sono imposte di competenza di futuri esercizi.
  • le altre attività non correnti (15,276 milioni) si riferiscono ad impieghi temporanei di liquidità, come ad esempio polizze vita.


 
 
 
 
Passività stato patrimoniale

Le passività vengono suddivise in 2 sezioni principali:

  • passività correnti (152,282 milioni nel 2019 nel riquadro rosso)
  • passività non correnti (32,413 nel 2019 milioni nel riquadro rosso)

Le passività correnti racchiudono categorie presenti anche nelle passività non correnti che (nella stesura dello stato patrimoniale) la società inserisce in questa sezione quando ritiene di poterle estinguere durante il normale esercizio commerciale.

Queste categorie sono principalmente costituite da debiti che si possono generalmente ripagare/estinguere entro un anno.

Si tratta di:

  • debiti commerciali (78,391 milioni);
  • debiti finanziari (obbligazioni a breve, debiti verso banche) (16,706 milioni);
  • debiti per imposte sul reddito caratterizzati da scadenze inferiori ai 12 mesi e che includono le passività per imposte certe e di ammontare determinato (3,507 milioni);
  • altri debiti correnti includono debiti verso INPS ed INAIL, debiti verso l’erario per IVA, debiti verso il personale etc (53,677 milioni).

Tra le passività non correnti dello stato patrimoniale vengono evidenziati i debiti verso le banche o gli istituti di credito e le obbligazioni in circolazione con scadenza oltre i 12 mesi.

  • Il TFR (4,738 milioni) rappresenta l’indennità che viene maturata dal personale nel corso della vita lavorativa e che viene liquidata al dipendente al momento dell’uscita.
  • le passività fiscali differite (2,032 milioni) che si riferiscono agli importi delle imposte sul reddito dovute negli esercizi futuri riferibili alle differenze temporanee imponibili.
  • i fondi per rischi e oneri (4,528 milioni) sono gli accantonamenti effettuati dalla società a copertura di vari rischi connessi all’attività svolta
  • i debiti e le passività finanziarie (21,116 milioni) del balance sheet rappresentano l’esposizione debitoria della società verso le banche e gli istituti di credito con scadenza oltre i dodici mesi


 
 
 
 
Patrimonio netto

Il patrimonio (o capitale) netto, definito anche “mezzi propri“, esprime la consistenza del patrimonio di proprietà dell’impresa.

Questo valore del balance sheet indica le cosiddette fonti di finanziamento interne ossia quelle fonti provenienti direttamente o indirettamente dal soggetto o dai soggetti che costituiscono e gestiscono l’azienda (i proprietari/azionisti).

Le principali voci del patrimonio netto sono:

  • il capitale sociale (2,538 milioni) dello stato patrimoniale rappresenta il capitale conferito dai soci al momento della costituzione dell’impresa;
  • sovrapprezzo azioni (41,431 milioni), anche detto più comunemente “riserva da soprapprezzo delle azioni”, include:
    • l’eccedenza del prezzo di emissione delle azioni o delle quote rispetto al loro valore nominale iniziale;
    • le differenze che emergono a seguito della conversione delle obbligazioni in azioni.
  • le altre riserve (88,105 milioni) includono la riserva legale, la riserva straordinaria, la riserva per contributi in conto capitale, la riserva di conversione e altre riserve;
  • gli utili (perdite) portati a nuovo (64,337 milioni) sono i risultati netti di esercizi precedenti che non sono stati distribuiti o accantonati ad altre riserve e le perdite non ripianate;
  • nell’utile (perdita dell’esercizio) (26,017 milioni) si iscrive il risultato dell’esercizio che scaturisce dal conto economico.


 
 
 
 
Perché è importante lo stato patrimoniale?

Lo stato patrimoniale è un report fondamentale per l’analisi di ogni società. Molti investitori ed analisti tendono spesso a concentrare la loro analisi sul conto economico prestando meno attenzione a questo report che in realtà fornisce indicazioni molto utili.

Immagina due società (Alfa e Beta) che generano un profitto annuo di 10 Milioni ciascuna.

La società Alfa è estremamente indebitata mentre la società Beta ha a disposizione molto cash e non è indebitata. La società Alfa avrà come priorità il pagamento del debito per poter continuare a sopravvivere mentre la società Beta potrà concentrarsi nell’espansione del proprio business.

Risulta, quindi, intuitivo che la società Beta a parità di altri fattori è meglio posizionata ed è nella condizione di poter fare scelte di investimento che la porranno in una situazione di vantaggio competitivo. Il tutto riferito a due società che generano il medesimo profitto.

Questa sostanziale differenza è ricavabile solo dall’accurata analisi dello stato patrimoniale.

In quanto parte del bilancio, il balance sheet delle società quotate presso la borsa italiana è reperibile in uno dei seguenti siti di stoccaggio, di cui si avvalgono le società quotate per la pubblicazione delle relazioni finanziarie:

https://www.1info.it
o
https://www.emarketstorage.com/

Diversi sono i siti dove reperire lo stato patrimoniale delle società quotate all’estero.


 
 
 
 
Come leggere lo stato patrimoniale:

Nella lettura e interpretazione dello stato patrimoniale è opportuno fare attenzione ad alcuni aspetti:


 
 
 
 
4.1 Analisi orizzontale e variazioni significative singole voci del balance sheet

Un primo metodo di analisi dello stato patrimoniale è costituito dall’analisi cosiddetta orizzontale.

Questa analisi prevede il confronto di dati di medesime voci di bilancio tra più periodi di tempo.

Nella sua applicazione più semplice, i risultati e le poste di bilancio correnti vengono confrontati con gli omologhi dati del precedente periodo di riferimento (ad es. anno/anno).

In generale, si tratta di un’analisi che andrebbe eseguita non solo per le singole voci delle attività e passività in bilancio (situazione patrimoniale) ma anche per il conto economico e rendiconto finanziario.

Così come avviene con gli altri report è opportuno dedicare molta attenzione alle voci del balance sheet che mostrano cambi di valore significativi.

Se prendiamo come esempio il report della società usata come esempio dell’articolo possiamo notare come i crediti commerciali, le rimanenze e i debiti commerciali siano cresciuti notevolmente nel 2019 rispetto al 2018.

E’ opportuno verificare in questo caso se l’incremento sia dovuto ad una sana espansione del business coerente con la crescita del fatturato e del profitto o se invece l’aumento possa essere sintomo di una difficoltà operative della società.

Nel caso del nostro esempio l’espansione del proprio business è certamente il driver della crescita dei crediti, dei debiti commerciali e dell’inventario.


 
 
 
 
4.2 Analisi verticale dello stato patrimoniale

L’analisi verticale prevede la misurazione di una singola voce o di un gruppo di voci in termini percentuali rispetto ad un totale maggiore.

Tale metodo di analisi può essere usato per misurare la composizione di un totale o di un totale parziale.

Questo approccio è utile per confrontare il bilancio di una società con le medie del settore o con i competitors.

Sarebbe infatti complesso usare valori assoluti per confrontare società di dimensioni diverse. Le percentuali in questo senso risolvono questo problema e facilitano il confronto tra settori e diverse società. Un possibile confronto ad esempio potrebbe essere la percentuale delle rimanenze rispetto al totale attivo o il rapporto capitale proprio/immobilizzazioni.


 
 
 
 
4.3 Uso di indici di bilancio

L’uso dell’analisi verticale e orizzontale è sicuramente utile come tecnica per l’analisi dello stato patrimoniale ed in alcuni casi per la rilevazione di possibili manipolazioni di bilancio. Tuttavia, tali analisi se effettuate da sole hanno una efficacia limitata.

Le analisi che si servono di vari indicatori finanziari si rivelano spesso più efficaci ed immediate nel rilevare situazioni anomale del balance sheet.

Questi rapporti finanziari sono in grado di rilevare anomalie o permettere all’investitore di poter valutare lo stato di salute della società.

Tra i numerosi ratios in uso tra gli analisti che utilizzano dati dello stato patrimoniale troviamo:

  1. Indici di liquidità dello stato patrimoniale (Quick ratio e Current ratio)
  2. DPO e indice di rotazione dei debiti.
  3. DSI e l’indice di rotazione del magazzino
  4. DSO e l’indice di rotazione dei crediti
  5. Indici di elasticità degli impieghi (attivo circolante/totale impieghi)
  6. Indici di autonomia finanziaria (capitale proprio/totale finanziamenti)
  7. Indici di Indice di autocopertura delle immobilizzazioni (capitale proprio/immobilizzazioni).
  8. Indici di redditività (ROI e ROE).
  9. Indici per individuare le potenziali manipolazioni di bilancio (M-Score, Z-score e Sloan ratio)

Il grado di efficacia di tali indici risulta maggiore se il loro utilizzo è associato all’analisi orizzontale e verticale.


 
 
 
 
4.4 Fare attenzione alle attività immateriali

Può accadere che nell’analizzare una società una parte rilevante dell’attivo risulti costituita dall’avviamento.

E’ bene ricordare che il relativo importo indicato nel report potrebbe non corrispondere al suo effettivo valore e risultare di gran lunga superiore, in quanto frutto di valutazioni discrezionali riconducibili al management.

In tali casi è opportuno per l’investitore accorto basare le proprie analisi comparative sull’attivo ed il patrimonio tangibile della società.

Al contrario può accadere, che le immobilizzazioni immateriali di una società siano iscritte per un valore pari a zero o, comunque, per un importo molto contenuto pur in presenza di brevetti, marchi e brand societari di grande valore.

In tali casi si è in presenza di un valore “nascosto” della società, in quanto non esposto nel bilancio, che l’investitore accorto dovrà tenere in considerazione nelle proprie analisi.


 
 
 
 
4.5 Fare attenzione alle attività materiali

Un altro aspetto dello stato patrimoniale che vale la pena approfondire riguarda le immobilizzazioni materiali. In molte situazioni infatti il valore esposto in bilancio non riflette quello reale o di mercato di questi beni.

Facciamo un esempio: la società Alfa detiene molti terreni acquistati molti anni fa ad un prezzo in lire molto basso che sono già largamente ammortizzati. In questo caso il valore indicato a bilancio è molto ridotto mentre il valore di mercato e quindi anche il valore del patrimonio dell’azienda sono molto più significativi.

A questo punto sorge spontanea la domanda dell’investitore su come si possono ottenere queste informazioni non esposte nel balance sheet. Molte di questi dati, non presenti nel bilancio ma reperibili attraverso una autonoma ricerca via internet, permettono all’investitore accorto di poter valutare meglio il valore intrinseco della società.

Esistono, però, anche casi opposti a quello appena esposto. Pensiamo a molte aziende che operano in campo tecnologico in ambiti caratterizzati da una evoluzione molto veloce. L’azienda Alfa potrebbe aver acquistato impianti molto costosi per prodotti che sono diventati obsoleti dopo poco tempo. In queste situazioni il valore iscritto nelle immobilizzazioni prima di essere svalutato risulterà sicuramente sopravvalutato.

Un consiglio nell’analisi dello stato patrimoniale è quello di non fermarsi al report ma di leggere in maniera accurata anche le note di bilancio che recano molte informazioni aggiuntive e utili a comprendere meglio il balance sheet.

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